S.A.R. il Principe Davide

Casato dei Principi Pozzi Sacchi di Santa Sofia

 

Blasonatura

 

 Aquila bicipite di nero, coronata con la corona reale d'Epiro, rostrata e linguata di rosso, impugnante con la destra uno scettro, con la sinistra una spada. L'aquila è caricata in petto da uno scudo d’azzurro alla croce d'argento, arma di pretensione, a sua volta caricato da uno scudo partito; nel primo: d'oro al pozzo di rosso, sostenuto da due draghi di verde, alati, affrontati e contro rampanti, linguati di rosso con le code attorcigliate e passanti sotto al pozzo in croce di Sant' Andrea con il capo caricato di un’aquila napoleonica d'oro, a volo abbassato artigliante i fulmini dello stesso, alla spada al naturale, in fascia, l' impugnatura alla destra. Nel secondo: d’oro a tre bande di rosso, con il sacco d’argento, legato; con il capo d'oro caricato di un'aquila coronata, di nero. Padiglione di rosso, foderato di vaio, coronato.

Motto in lingua greca: KATA NOMON.

 

Cenni storici

 

Principe Don Davide Pozzi Sacchi di Santa Sofia, nato a Castel San Giovanni (PC) il 5 Maggio 1963, vivente. Pretendente al trono d'Epiro per abdicazione a suo favore, in data 25 Marzo 2001, di S.A.R. Alessandro d'Epiro, abdicazione riconosciuta dalla S. Chiesa Ortodossa. Capo temporale della S. Chiesa Ortodossa Autocefala d'Epiro. Trattamento di Altezza Reale; nominato Principe della Casa Imperiale d'Etiopia da S.A.I. Philip Makonnen il 2 Marzo 2005 col trattamento di Cugino e di Altezza Imperiale della Casa d'Etiopia.

Della famiglia Pozzi, di chiara ed antica nobiltà lombarda, esistono diverse diramazioni che si trovano sparse in tutta Italia ed anche in Francia e tutte sono egualmente ragguardevoli ed illustri per dignità, cariche ed onori; essa già comparve nella Matricula Nobilium d’età viscontea del 1277 col nome latino di De Puteo, tradotto nei secoli successivi, dai vari rami, con Dal Pozzo, Del Pozzo e Pozzi. Filadelfo Mugnos in Teatro genealogico delle famiglie nobili, titolate, feudatarie ed antiche del fedelissimo regno di Sicilia viventi ed estinte, Palermo 1647, 1655, Messina 1670, di essa scrisse, con particolare riguardo al ramo che si recò in Sicilia: "Prima della guerra civile de’ Visconti signoreggiava la città di Alessandria, della quale non le rimase che una villa, ed un castello posseduti da un Giovanni del Pozzo gentiluomo d'onorata ricordanza; di là in Milano, Cremona, Parma, Torino, Sicilia si diffuse. Quivi da Alessandria nel 1286 i due fratelli Guglielmo e Giovanni vennero a' servigi di re Giacomo contro il francese re di Napoli, indi a quelli di Federico II 1296: se nonché il primo di essi cioè Guglielmo stanziò in Messina, ove nobilmente visse, rendendosi genitore di Filippo primo barone di Curali 1394, e di altri illustri gentiluomini, tra' quali un marchese Giovanni del Pozzo, un Gianfrancesco primo principe del Parco 1650 fondatore della commenda gerosolimitana di Alcina in Messina, un Giarraimondo vescovo di Este, altro Giovanni investito 1696, la di cui linea venne ad estinguersi in casa Papardo pel matrimonio di Violante del Pozzo principessa del Parco 1737, con Bernardo Papardo. Intanto il secondo cioè Giovanni si accasò in Agrigento. Da quest'ultimo venne un Simone, che stabilì la sua dimora in Palermo, ove fu senatore 1338. Il di lui figlio Giovanni fu capitano di detta città. Fiorirono inoltre: un Filippo barone di Molocca 1429; un Gianluigi, che acquistò le baronie di Graziano, Gallilauro. Montefusco, della Crucifia, e fu signore di Grottarossa e Daliella; un Matteo barone della terra di Motta d'Affermo 1587, ed altri che per brevità tralasciamo. Epperò vanta dei cavalieri gerosolimitani, come un fra’Luigi priore di Pisa 1523, ed un fra' Nicolò 1558”. E’ per l’appunto dai Dal Pozzo di Alessandria, fregiati nelle varie discendenze dei titoli di Marchesi di Annone, Patrizi di Alessandria, Nobili, che la tradizione dice derivassero dalla famiglia romana Scribonia, che hanno avuto origine tutti gli altri ceppi, fra i quali possiamo citare i Dal Pozzo di Pavia e Firenze, Conti di Castellino e San Vincenzo ed i Pozzi di Cremona, di Nobiltà civica. Il Crollalanza di questi ultimi rammenta che trentacinque di essi furono decurioni, il primo fu Manfredino, eletto nel 1115 e l’ultimo Camillo nel 1744; indi ricorda che Guglielmo fu Senatore nel 1125 e Carlo nel 1179 e che il giureconsulto Bartolomeo fu fra i compilatori degli Statuti di Cremona nel XIV secolo. A riprova che i vari rami avevano origine comune sta il fatto che tutti hanno usato lo stesso stemma d’oro al pozzo di rosso, sostenuto da due draghi di verde, affrontati e controrampanti, linguati di rosso con le code passanti sotto il pozzo in croce di Sant’Andrea, arma alzata ab immemorabili anche dalla famiglia paterna del Principe Davide. Presso l’archivio del Nob. Don Vittorio Urbano Crivelli Visconti, insigne studioso della famiglie nobili italiane vi è un fascicolo, relativo alla famiglia paterna del Principe Davide, corredato di tavole genealogiche e stemma, da cui risulta in modo inconfutabile il titolo di Nobile ed il diritto di utilizzare tale arma. Dopo l'abdicazione a suo favore di S.A.R. il Principe Alessandro d'Epiro, Don Davide ha assunto un nuovo stemma rispettoso dell' araldica balcanica ed adeguato al nuovo rango assunto. In tale stemma è stata inquartata l'antica arma di famiglia. Fra i vari titoli di cui Sua Altezza è insignito vi è quello di Conte di Caorso secondo la legislazione napoleonica del Regno italico, di Barone dei Sacri Palazzi Apostolici del Laterano, Nobiltà personale, di Fidalgo Caballeiro, Nobiltà ereditaria portoghese e l' onorificenza di Ufficiale d'Onore delI' Impero francese. E' inoltre Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Imperiale della Stella d’Onore dell’Impero Etiopico, Gran Croce dell’Ordine Imperiale Etiopico di Santa Maria di Zion, Commendatore con placca dell’Ordine di N.S. della Concezione di Villa Viçosa, Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, Crux meriti del Sovrano Militare Ordine di Malta, Croix des Anciens Militaires, Colonnello Onorario del Kentucky e Colonnello Onorario dell’Alabama.