Raccolta di articoli sull'Epiro

Rapporto sull’Epiro

 

Oggi, con la libertà perduta, dopo molti anni di occupazione straniera, quando non vi è nè libertà di espressione nè di culto, molti si sono scordati della parola EPIRO.

 

Tale vocabolo, in greco É°peiros, significa terra ferma, continente, nome che i Greci delle isole del Mar Egeo davano appunto alla Grecia continentale. Da un punto di vista geografico tale regione ha un estensione di 9.000 Km2, una popolazione che si aggira fra i 350 ed i 400 mila abitanti ed è posta fra l’ Albania a Nord, la Grecia a Sud, la catena montuosa del Pindo a Est ed il Mare Ionico ad Ovest.

 

 

Durante il Neolitico fu la terra ove ebbe origine la civiltà micenea. Fin dal Medio Evo i Despoti (in greco significa Re) d’Epiro ebbero per emblema l’aquila bicipite, antico simbolo di derivazione greco - bizantina.

 

Gli storici ritengono che l’aquila bicefala indicasse in antico l’Impero romano con le due città capitali, Roma per l’Occidente, Costantinopoli, la Nuova Roma, per l’Oriente. Ai tempi della lotta contro l’invasore turco, condotta dall’eroe nazionale Giorgio Castriota, che la “vulgata” albanese sostiene fosse albanese mentre in realtà era greco di lingua e costumi e cittadino veneziano di diritto, in quanto la Serenissima Repubblica aveva concesso al di lui padre la cittadinanza per essersi distinto per la lotta della cristianità contro le penetrazioni islamiche nei Balcani, l’ eroico condottiero di Croia alzò la bandiera dell’ aquila bizantina come simbolo della lotta della cristianità contro l’invasore islamico.

 

Aquila bicipite, emblema dell’Epiro e di Bisanzio. l’ aquila brandisce uno scettro, simbolo del potere temporale ed un pastorale ortodosso, simbolo del potere ecclesiastico. Oggi è il simbolo del Sovrano in esilio che è Capo della Real Casa ed Alto Protettore della S. Chiesa Ortodossa Autocefala.

Quando all’inizio del Novecento l’ Albania ottenne l’indipendenza dall’Impero ottomano, si impadronì del vessillo di Castriota come propria bandiera nazionale, mentre il popolo d'Epiro, insorto per rivendicare la propria libertà , sovrapponeva l’aquila bicipite alla croce bianca in campo azzurro, vessillo del Regno di Grecia, per indicare la propria orgogliosa grecità linguistica e culturale.

Nell’ Età antica la regione, popolata da diverse tribù indipendenti, fu unificata da Alessandro I, Re dei Molossi, che la unì alla Macedonia per il suo matrimonio con Cleopatra, sorella di Alessandro Magno.

 

Olimpia, la madre di Alessandro il Grande, era epirota, come fu epirota Pirro, che regnò dal 295 al 272 A.C. e combattè contro Roma e Cartagine. 

A Dodona esiste ancor oggi un teatro in pietra, da lui costruito. 

Quando finì la dinastia dei Molossi nel 232 A.C. il paese divenne una repubblica, indipendente fino al 167 A.C., anno in cui l’ Epiro fu conquistato dai Romani.

 

Quando l’Impero Romano venne diviso in Impero d’Occidente ed Impero d’Oriente, l’Epiro fu assegnato a Costantinopoli mentre l’Illiria rimase a Roma.

 

La Quarta Crociata (1202-1204), detta Crociata dei Veneziani perchè questi ne furono i principali finanziatori, portò l’Epiro a staccarsi dall’Impero bizantino e a costituirsi in Principato autonomo sotto il Despotato di Michele Angelo Ducas, membro della Casa Imperiale detronizzata dai Crociati. Infatti i Veneziani, che fornirono le navi ai Crociati, chiesero ad essi, come “pagamento del trasporto” la conquista di Bisanzio, rivale commerciale. Così fu e sul Trono di Bisanzio fu imposto un Imperatore latino mentre i bizantini si ritiravano in esilio a Nicea. 

Nel 1318 serbi ed albanesi sottomisero la regione, ragion per cui il Santo Re Lazar, martire della Cristianità , caduto in Kosovo nella battaglia al “Campo dei merli” per fermare le orde turche, è venerato anche dalla Chiesa epirota della diaspora. Nel 1430 l’Epiro fu sottomesso dall’Impero ottomano: furono anni di sfruttamento ed impoverimento che provocarono emigrazioni di massa. Quando negli anni compresi fra il 1821 ed il 1829 la Grecia riuscì ad ottenere la propria libertà dalla Turchia, molti epiroti combatterono per la causa comune. Ricordiamo in particolare l’eroe epirota Marco Botsaris, detto il Leone dell’Epiro. 

 

Nel 1913 fu firmato il Protocollo di Firenze che cedette all’Albania, da poco indipendente, l’Epiro del Nord; il popolo epirota, che non desiderava passare dalla dominazione turca a quella albanese, prese le armi e proclamò la propria indipendenza. Le forze epirote conseguirono grandi successi e l’Albania, sull’orlo del collasso, chiese la mediazione delle grandi potenze. Il 5 Maggio 1914 si firmò il Protocollo di Corfù, redatto da una Commissione Internazionale di controllo, composta da Germania, Italia, Gran Bretagna, Francia, Russia ed Impero austro-ungarico, che garantiva la piena autonomia dell’Epiro. 

 

Gli albanesi non rispettarono mai le clausole del Protocollo mentre l’Epiro si autogovernò emettendo moneta, francobolli, conferendo onorificenze cavalleresche, negli anni dal 1914 al 1916. Nel 1916 l’Albania invase il paese stroncando l’indipendenza epirota. L’occupazione, non essendo mai stata riconosciuta da alcuna potenza internazionale, è illegittima e la Real Casa in esilio, attualmente rappresentata da S.A.S. il Principe Reale Don Davide Pozzi di S.Sofia, mantiene inalterate le proprie Regie Prerogative di jus majestatis, jus imperii, jus gladii, fons honorum.

 

La Real Casa intrattiene rapporti di cordialità ed amicizia con l’ex Casa Imperiale di Russia, il Serenissimo Principe è infatti Membro del Collegium Heraldicum Russiae, intrattiene inoltre rapporti di amicizia con l’ex Casa Imperiale di Etiopia ed è Gran Croce dell’Ordine della Stella d' Onore dell’Impero Etiopico, con l’ex Casa Imperiale del Vietnam, con l’ ex Casa Reale d' Ucraina, con la Lega Monarchica Polacca, di cui Sua Altezza è Membro, con l’Ordine teutonico, con l’ex Casa Reale d’Egitto ed ha circa venti addetti diplomatici nel mondo, dalla Cina alla Russia. La Chiesa ortodossa Siro-Bizantina riconosce l’Alto Patronato di Sua Altezza ed ogni giorno, nelle Sante Isaktenie, prega per il Sovrano.

 

Il Governo in esilio oggi non persegue una politica indipendentista, ma lavora per l’ecumenismo, per la tolleranza e la pacifica convivenza nei Balcani. L’obiettivo è di poter ottenere un giorno uno Statuto autonomo per l’Epiro del Nord dal Governo albanese col quale si intende collaborare nell’interesse della Patria comune. 

I movimenti indipendentisti che predicano l’odio e la violenza sono dal Governo in esilio condannati e sconfessati.

 

LA REDAZIONE Ladysilvia

http://www.epiro.too.it